Fabrizio Fabiano

Mi chiamo Fabrizio Fabiano, con le Officine Editoriali da Cleto ho pubblicato il libro dal titolo CONFUSIONI ASTRALI (2025) ho 44 anni e vivo con mia moglie, tre figli, due amici a quattro zampe e una tartaruga, in un piccolo borgo dell’entroterra calabrese, San Pietro Apostolo, in provincia di Catanzaro, del quale sono anche Consigliere Comunale.
Sono laureato in Scienze Motorie e Sportive all’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro.
Col passare degli anni la vita mi ha portato a intraprendere una professione diversa dagli studi effettuati, ma che amo in egual misura, ho infatti conseguito la qualifica di Operatore Socio-Sanitario che mi permette di lavorare presso l’ASP di Reggio Calabria, nel reparto di Pronto Soccorso dell’Ospedale di Gioia Tauro.
Il mio lavoro mi porta ad avere uno stretto contatto con innumerevoli persone che mi fanno vedere da vicino come sia bello aiutare nel soddisfare i bisogni.
La poesia è stato per tanto tempo un rifugio intimo, personale, uno sfogo che cercava di emergere; il bisogno di rimanere da solo con me stesso era sempre più forte, solo un foglio bianco e una penna riempivano il vuoto che sentivo dentro.
Le poesie, però, sono rimaste chiuse in un cassetto, quasi a doverle tenere nascoste al mondo.
Per fortuna tutte le mie emozioni hanno trovato il coraggio di venire allo scoperto e anche se le ho riconosciute e accettate troppo tardi, limitandone la forza e l’energia anche quando avevano voglia di eruttare da ogni poro della mia pelle.
Sono riuscito purtroppo a calpestare la loro testa con gli stessi piedi che negli anni li hanno portati ad esplorare ogni luogo e ogni dove, permettendogli di nutrire la loro voglia di conoscenza e di sapere. Ma ora non riesco più a mettere un freno alla loro smisurata voglia di farsi conoscere e di mettere a tacere l’irrefrenabile necessità di comunicare.
Nessun velo potrà più mantenere nascosti quei pensieri che ruotano a volte nel senso contrario, mai più nessuna vergogna riuscirà a riportarli in quella oscurità in cui li avevo confinati.

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