Prego, digiti il pin…

La copertina del libro Prego digiti il pin, di Rita Giura

Potersi considerare un amico di Rita Giura è uno di quei colpi di fortuna che non capitano a chiunque e che ti fanno sentire speciale. Sono felice di essere stato tra i primissimi ad aver letto Prego, digiti il pin… e a capire che sarebbe potuto diventare un libro molto piacevole.
È riuscita a scrivere in maniera simpatica, con uno stile che definirei quasi littizzettiano, questo capolavoro riassuntivo della vita lavorativa di una impiegata a contatto con il pubblico. Prego, digiti il pin… è vita quotidiana, è esperienza lavorativa, è sarcasmo, ironia, pazienza; infatti fa sorridere, a volte fa spalancare gli occhi davanti all’incredulità di certe situazioni, ma fa anche riflettere e -perché no- commuovere quando vengono descritti alcuni personaggi e alcuni episodi dolci, accaduti davanti al suo sportello.
Prego, digiti il pin… ci fa cambiare prospettiva, ci fa diventare operatori e non più solo utenti, ci fa capire che dietro quello sportello non vivono dei robot ma degli esseri umani che hanno bisogno di sentirsi dire anche un semplice Buongiorno o uno spontaneo Grazie.

Autrice: Rita Giura vive e lavora a Lamezia Terme (CZ). Si definisce la vintage in un gruppo di giovani con i quali ha iniziato un’avventura associativa. Ha realizzato con loro diverse iniziative partecipando a bandi per la realizzazione di eventi culturali nel proprio territorio: Il Festival della Letteratura, itinerari di trekking urbano, reading di testi letterari.
Lavora in Poste dal 2008, in precedenza nel campo amministrativo, progettuale, di orientamento giovanile e sulla formazione. Lo spirito di inventiva e la predisposizione alla socializzazione, si è concretizzato attraverso la realizzazione di iniziative teatrali e formule di volontariato.
Nell’esperienza come operatrice di sportello riesce ad estrapolare le avventure e disavventure quotidiane con occhio attento, come fosse al di là del vetro, con la curiosità e l’ironia che la contraddistingue e per sfatare il luogo comune circa la imperturbabilità e la meccanicità di un lavoro, che solo in apparenza non lascia spazio a momenti goliardici o al sorriso che non dovrebbe mai mancare in ogni situazione della vita.

Collana: Io
Con prefazione di Claudio Petronetti e postfazione di Antonio Esposito e Maria Chiara Caruso
Il testo è arricchito con una serie di divertenti vignette
pubblicazione dicembre 2020 – pagine 158 – € 18,00
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Rassegna stampa:
– 20/05/2021 recensione del libro sul portale di informazioni Vaccari News
– 02/02/2021 articolo sul portale di informazione Il Reventino
– 30/12/2020 intervista su Liberi.Tv
– 10/12/2020 intervista su Radio CRT
– 02/12/2020 articolo sul portale di informazione Lameziaterme.it

La prefazione di Claudio Petronetti, scrittore: vincere qualche milione di euro al superenalotto; essere assunti per quel posto di lavoro che tanto desideravi proprio quando ormai non ci speravi più; evitare, per una frazione di secondo, di essere colpiti da quell’albero che poi è crollato subito dopo.  Non c’è dubbio, si tratta di esempi che racchiudono bene il concetto di colpo di fortuna. Ma anche avere il piacere e il privilegio di potersi considerare un amico di Rita Giura è uno di quei colpi di fortuna che non arrivano a chiunque e che ti fanno sentire, in un certo senso, speciale. Ho conosciuto Rita con la nascita dell’Associazione culturale Open Space che ormai ci lega da parecchi anni, e da quel momento in poi ne abbiamo inventate, combinate e create di tutti i colori.
Soltanto in poche occasioni mi è capitato di vedere Rita all’opera presso lo sportello dell’ufficio postale di Lamezia Terme, durante il suo turno lavorativo. Ma quelle poche occasioni sono bastate a farmi capire, grazie alle espressioni e agli sguardi che mi lanciava da dietro lo sportello, che spesso viveva situazioni così assurde, così particolari, così richiedenti una tonnellata di pazienza, che un giorno sarebbero state sufficienti per poter essere racchiuse in un volume. D’altronde, quelle sue espressioni facciali e quel suo sguardo erano già un libro. Bisognava solo trasformare tutto in parole.
E Rita, aiutata dal colpo di grazia derivante dall’ormai celeberrimo periodo di lockdown causato dal Covid-19, è riuscita ad approfittarne per scrivere in maniera simpatica, con uno stile che definirei quasi littizzettiano, questo capolavoro riassuntivo della vita lavorativa di un operatore che deve lavorare a contatto con il pubblico.
Sì, il Covid-19 ha avuto anche qualche merito: quello di regalarci un po’ più di tempo a disposizione per noi stessi, tempo che Rita ha sapientemente sfruttato per iniziare a scrivere queste pagine che vivevano nella sua testa da tempo. Ricordo bene quando per la prima volta mi aveva parlato di questa idea, di questo diario che stava scrivendo, di questi pensieri che stava tramutando in caratteri digitati su un computer. Me ne aveva parlato con una timidezza quasi adolescenziale, con i suoi mille dubbi legati alla consapevolezza di non essere affatto una scrittrice; ma allo stesso tempo con l’eccitazione nascosta di chi è pienamente consapevole che l’idea balenata in testa era molto carina e che, se sviluppata correttamente, poteva risultare vincente.
Sono felice di essere stato tra i primissimi ad aver letto questo suo lavoro e a capire che sarebbe potuto diventare un libro molto piacevole; a darle consigli e ad assicurarle che la strada era quella giusta; che ormai non si poteva più tornare indietro perché il libro, anche se forse Rita non lo sapeva ancora, era in realtà già nato.
Prego, digiti il pin… è vita quotidiana, è esperienza lavorativa, è sarcasmo, ironia, pazienza. È un libro ma potrebbe tranquillamente tramutarsi in un monologo teatrale che una brava attrice potrebbe utilizzare per costruirci un intero spettacolo. È un libro che fa sorridere, a volte fa spalancare gli occhi davanti all’incredulità di certe situazioni, ma che fa anche riflettere e perché no, commuovere quando vengono descritti alcuni personaggi e alcuni episodi dolci, accaduti davanti al suo sportello.
Prego, digiti il pin… ci fa, almeno per una volta, cambiare prospettiva, ci fa diventare operatori e non più solo utenti; ci fa capire che oltre quello sportello non vivono dei robot ma degli esseri umani che hanno bisogno di sentirsi dire anche un semplice Buongiorno o uno spontaneo Grazie.
Prego, digiti il pin… è Rita Giura.
Io non ho ancora vinto milioni di euro al superenalotto, ma sono amico di Rita, le voglio bene e so che il bene è ricambiato. A volte la fortuna è relativa, e scusate se è poco.

La postfazione di:

Maria Chiara Caruso. Pensieri folli. Se mi avessero predetto questo futuro non ci avrei creduto. Un giorno ti svegli e ti rendi conto che il mondo è fermo, la mente è ferma, i sensi si appannano e diventa tutto confuso. L’uomo viene addestrato a dovere da un mondo in cui per muoversi serve una giustificazione plausibile e la tua vita diventa vuota.
Ti rendi conto, però, che c’è chi di questo vuoto ne ha prodotto pienezza. C’è chi ha sofferto mali peggiori ed è andato avanti e dalle ceneri è risorto. Questi sono i pensieri che Rita ha raccolto, perché lei è una combattiva, una che ha visto il peggio ed è sopravvissuta e del riso o del motto di spirito ne ha fatto la sua arma vincente.
Un diario di pensieri, non leopardiani, ma impregnati di giusto umorismo che si innalza raccontando storie, atti e fatti, tratti dai veri protagonisti di questo cataclisma storico: gli esseri umani. Con le loro insicurezze, i loro momenti di follia, gli sguardi più schivi, le brutture e le leggerezze; l’uomo è un territorio costantemente inesplorato, che Rita affronta con quotidianità e semplicità a tratti spiazzanti.
Questo libro racchiude l’essenza di una scrittrice esordiente che non si è fermata al mero lavoro d’ufficio, ma ha saputo guardare la routine in maniera alta, rimanendo all’avanguardia e adesso che lo avete letto, vi siete resi conto che la storia di Rita prende il sopravvento ma non con presunzione, piuttosto con estrema vivacità ed eleganza; perché è storia di tutti, di un popolo, che seppur dilaniato combatte e va avanti. I have a dream, e questo Rita lo sa bene.

Antonio Esposito. È una famiglia Open Space, nata per caso e viva nella sua mission di laboratorio di progettazione culturale. Un’esperienza di Servizio Civile che si amplia e da anni accoglie a sé persone, idee e contenuti; offrendo sul territorio di riferimento iniziative gratuite ad alto contenuto culturale e innovativo.
Rita si affaccia al contesto associativo in punta di piedi, divenendone presto punto di riferimento, saggia consigliera e soprattutto figura trasversale di raccordo tra le diverse anime di Open Space. Una donna ironica e autoironica, una professionalità fuori dal comune, una fonte di energia inesauribile. Apportando consigli e idee mai banali, frutto dell’esperienza professionale maturata nell’ambito della progettazione e della programmazione culturale, Rita rende essenziale il contributo reso al sodalizio associativo. Non una socia ma un’amica, confidente, persona che sa puntualmente consigliare e offrire chiavi di lettura multi-sfaccettate dei fenomeni.
Si parla di ironia; ironia al contempo potente e sottile, ironia che Rita impiega sapientemente nella trascrizione delle sue storie. Quelle vicende di solito raccontate davanti a un caffè o ad un bicchiere di vino; quei momenti di vita che descrivono in parte il rapporto con un’umanità dai caratteri e dai comportamenti vari, che diventano pagine, carta, inchiostro, e mezzo di condivisione con il lettore. Gli appunti di Rita raccontano in maniera sapiente, da autrice navigata, le emozioni, le sensazioni, gli eventi che coinvolgono una persona seduta dietro ad uno sportello a tinte blu e gialle. E no, non è il set di Benvenuti al Sud, non c’è ombra di finzione, nessun effetto speciale, nessuno spettacolo; il palcoscenico è la vita vera.
Rita insegna come destreggiarsi tra un’anziana signora alle prese con il prelievo della pensione e un uomo un po’ âgée, in conflitto con le lotterie istantanee. E poi il rapporto con i colleghi -compagni di ventura- con le sensazioni più intime e profonde e i vari momenti dimenticabili.
È Rita quella persona che decide di offrire un pezzo importante del suo volume all’Associazione di cui è fondatrice, rendendo un progetto personale di racconto, un momento di condivisione collettiva. È Rita quella persona capace di essere semplicemente un punto di riferimento per chi le sta intorno. È Rita quella mente brillante e analitica, persona capace di comprendere puntualmente le situazioni, di leggere gli eventi, di intervenire in maniera dissacrante, ironica, non banale. È Rita, e credo che in questo volume il lettore sia riuscito a conoscerla e a riconoscerla, un po’ come potrebbe accadere a un suo caro compagno di Associazione.
E ora: Prego… digitate il PIN.

Ecco le recensioni di chi lo ha già letto:

18 dicembre 2022 – da Elena – Lamezia Terme (CZ)
Ho letto recentemente il libro “Prego, digiti il pin…” di Rita Giura, edito dalle Officine Editoriali da Cleto. Ho apprezzato molto l’intensa descrizione che l’autrice fa della felicità nei primi capitoli del libro. Il lavoro quotidiano dell’autrice è carico della sua capacità di mettersi nei panni dell’altro, di riuscire a percepire le emozioni e i sentimenti di chi le sta di fronte. Ogni giorno, dietro uno sportello di un ufficio postale, l’autrice non offre solo i servizi postali alle persone ma riesce ad entrare a contatto con l’esperienza e la vita di ogni persona che le si presenta dinnanzi. Rita, riesce a sintonizzarsi con i sentimenti e la vita dell’altra persona : un’abilità non comune. Consiglio la lettura di questo libro anche perché offre spunti di riflessione sull’etica professionale, sull’empatia e sulla felicità. Inoltre è un libro che ti accompagna verso una dolce ilarità. Le descrizioni dettagliate dell’autrice, accompagnate dalle vignette disegnate, mi hanno fatto ridere e divertire. L’autrice con questo libro è riuscita a farmi ridere ad alta voce! Complimenti Rita Giura.
p.s. Ho adorato la descrizione della Chatty Girl e della Meteoropatica! Molto divertente!

13 maggio 2021 – da Bruno – Baronissi (SA)

Un libro che sembra scritto a più mani, per la capacità dell’autrice di immedesimarsi nella realtà quotidiana e nella gente che la vive. Un libro corale, ricco di umanità e di vita vissuta. C’è dentro tutta una vita, anzi ve ne sono molte. Apre una porta su di un mondo riservato agli addetti ai lavori, facendoti vedere l’altra metà della Luna, che esiste dietro la impenetrabile barriera divisoria che divide dal pubblico gli operatori del servizio postale. A volte ti fa pensare che ascoltare gli aneddoti per cui si caratterizza, magari davanti a una pizza e una birra, direttamente dall’autrice, sarebbe, grazie alla sua verve, ancora più divertente che leggerli, ma il libro non scade mai nel banale e conserva in tutte le pagine motivi di interesse. Un grazie a Rita Giura che, con questo volume, ci fa sorridere.

20 marzo 2021 – da Margherita – Lamezia Terme

Sono amica di Rita Giura, direi di una persona speciale, che è riuscita abilmente ad esprimere una grande esperienza di vita. Spiritosamente e anche con molta umiltà. La realtà con le persone che nella sua carriera ha dovuto gestire allo sportello dove ha saputo sempre, con grande simpatia e dignità, dare la sua disponibilità. Complimenti. Ho letto il libro piacevolmente.

8 marzo 2021 – da ALDO – Genova

Nel frattempo, ho finito di leggere il libro… all’inizio con curiosità… e poco alla volta riuscendo ad immedesimarmi realisticamente nel contesto delle scene descritte… credo che abbia battuto il record della rilassatezza e dei sorrisini. Ho notato cmq una falla… per leggerlo non dovuto digitare alcun PIN… come mai? 🙂

8 marzo 2021 – da Angelo – Montecatini Terme

L’inizio è stato come trovarsi sulla cima di una scogliera a picco sul mare, con il terrore del salto, per il pensiero di rincontrare il passato. Poi, invece, il “volo” è stato piacevole e soddisfacente, l’ansia si è diradata mentre scendevo, scomparendo totalmente non appena “immerso” nel blu del “mare cristallino” e accogliente del Racconto vero dell’Amica ritrovata: Sagace, Spiritosa, Cinica il giusto, Benevola e Pungente lá dove serve, Sarcastica, Spietata… Vera. Insomma, la Rita che ho sempre ammirato e rispettato.
È stato un bellissimo tuffo nella quotidianità, in un momento nel quale, la quotidianità, talvolta diviene noia.
Ultimo, ma non per importanza, scoprirsi di essere stato qualche volta il “cliente” dimentico di essere parte del “sistema”. È stato terapeutico.
Brava, un Grande abbraccio. Ed ora… digito il PIN!

7 marzo 2021 – da Aldo – Genova

Ho già letto un po’ di pagine… e la cosa importante che ho già percepito il grande equilibrio e consapevolezza umana della scrittrice, spettatrice ed anche attrice a sua volta, di queste scene di teatro dal vivo. Ne sa cogliere la giusta identità di queste realtà. Sono testimonianze del tempo che a volte si ferma e ci fa osservare, ascoltare e apprezzare e sorridere. Anche questi sono eventi speciali da ricordare.

27 febbraio 2021 – da Antonella

Ho appena finito di leggere il libro. Quando mi è stato proposto sono stata incuriosita, conosco Rita non sotto questo aspetto, e mi ha veramente stupita sotto questa veste ironica, simpatica e divertente… Consiglio il libro perché assicuro che è una lettura scorrevole e pensare poi che sono fatti quotidiani accende la curiosità man mano si va avanti nella lettura. Complimenti Rita!

14 gennaio 2021 – da Francesco – Perugia

Prego, digiti il pin… è un delicato affresco di quell’umanità che si agita, confusa e stanca, nella palude degli incomprensibili meccanismi della burocrazia. In un mondo in cui il nuovo non ha la forza di invecchiare, lo spazio senza tempo in cui vivono i personaggi descritti da Rita Giura, diventa terreno di incontri sorprendenti. L’ironia sagace in grado di cogliere anche le più lievi sfumature si alterna a timide emozioni che stentano ad emergere, quasi vergognose di rivelare la propria natura. Per quanto apparentemente scanzonato Prego digiti il pin… descrive in maniera acuta e introspettiva i protagonisti di questo oceano di sensazioni rispettando le fragilità di ognuno di loro che, seppure con toni diversi, lascia una significativa traccia del proprio passaggio.

13 dicembre 2020 – da Fausta – Cosenza

Bello il libro, scorrevole e fluido! Complimenti. Riesci a trasportare il lettore, soprattutto chi ha vissuto circostanze simili, a vivere con leggerezza quelle situazioni drammatiche e comiche. La descrizione di alcuni personaggi è impeccabile.

9 dicembre 2020 – da Luigi – Perugia

Sono reduce dell’ultima pagina e non saprei come poter attribuirgli il giusto giudizio, per cui mi limiterò a dire che è bellissimo. L’ho trovato davvero simpatico, ma non tanto nel senso colloquiale del termine, quanto più nel suo senso etimologico: syn-pathos, “sentire insieme”. Mi hai trasportato nella lettura e sei stata brava a rendermi quasi protagonista di ogni singola vicenda che hai raccontato; non è facile trasportare una persona nella lettura, quanti libri ho letto per poi riporre dopo le prime pagine, questo però dalla prima ha saputo catturarmi per non lasciarmi andare fino alla fine. Una lettura scorrevole, accessibile a tutti, un linguaggio semplice, talvolta con utilizzo di termini più elevati, inseriti sempre nel posto giusto.
Hai saputo cogliere ogni minimo particolare di tutti gli episodi riportati e non posso dunque fare altro che associarmi al coro di chi ti elegge a “un’attenta osservatrice”.

6 dicembre 2020 – da Orietta – San Lucido (Cs)

Ho appena terminato il libro, ho pianto, ho sorriso e riso a crepapelle, mi sembrava di essere in ogni scena ad osservare gli episodi, così ironicamente descritti. Mi ha piacevolmente intrattenuto in questi due pomeriggi. A parte farti una miriade di complimenti, non vedo l’ora di leggere il tuo prossimo scritto.

27 novembre 2020 – Giancarlo – da Lamezia Terme

La curiosità era tanta, anche se ne ipotizzavo il contenuto, dal momento che mia moglie ogni giorno sciorina almeno 2-3 episodi accaduti (sto continuamente a ripeterle di annotare tutto perché c’è sufficiente materiale per un libro). Inoltrandosi nella lettura si evince come solo una mente brillante come la tua, potesse ricucire episodi realmente accaduti, immagini di colleghi, di ambienti ecc., senza scadere in una mera elencazione che seppur divertente all’inizio, sarebbe potuta diventare seccante.
E poi ci sono tratti comuni che possono ritrovarsi in ogni ambiente di lavoro, hai tracciato benissimo le figure dei clienti e dei colleghi, che rendono la lettura più vicina al lettore. In breve, dunque, il libro è spassosissimo e si vorrebbe digerirlo in un sol boccone. Confesso che durante la lettura immaginavo dietro lo sportello, seduta a servire i clienti, sì Rita Giura, ma con l’espressione della simpaticissima impiegata impersonata da Luca Nicandro: “Dicaaa, un attimo e sono sssubito da lei.”

4 commenti on "Prego, digiti il pin…"





  1. Ho appena finito di leggere il libro, quando mi è stato proposto sono stata incuriosita, conosco Rita non sotto questo aspetto, mi ha veramente stupita sotto questa veste ironica, simpatica e divertente…. Consiglio il libro perché assicuro che è una lettura scorrevole e pensare poi che sono fatti quotidiani accende la curiosità man mano si va avanti nella lettura… Complimenti Rita

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